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La psicoterapia formativa: una tappa essenziale per lo psicologo

la psicoterapia formativa

La psicoterapia formativa

La formazione di uno psicologo è lunga e complessa, dopo il conseguimento della Laurea Triennale e quella Magistrale è previsto un anno di tirocinio e il superamento dell’Esame di Stato. Il percorso universitario presuppone quindi l’acquisizione di conoscenze teoriche e l’esperienza del tirocinio come unico momento di confronto con la realtà lavorativa.

La professione di psicologo può essere articolata in modi ed ambiti molto diversi tra di loro che possono spaziare dal lavoro, alla scuola, allo sport e naturalmente alla clinica in tutte le sue declinazioni. Il punto comune è sempre e comunque la relazione con l’altro. Per questo la chiave dello sviluppo professionale è la conoscenza di Sé, dei propri punti di forza e di debolezza, del proprio stile di relazione e di comunicazione.

L’esperienza personale della psicoterapia formativa

Per sviluppare gli aspetti più personali e creativi è fondamentale avere un’esperienza diretta della psicoterapia formativa. Per saggiare in prima persona come si reagisce, cosa si prova, quali sono le aree problematiche, come si racconta la propria storia, come si ascolta e si interagisce con l’altro su temi molto personali e magari non condivisi nella quotidianità.

Lo psicologo impegnato anche in un semplice colloquio di accoglienza e orientamento, magari in una comunità o in una scuola, mette in gioco oltre alla cultura psicologica e alle competenze professionali. La propria personalità è sempre e comunque il principale strumento di lavoro. Ad un osservatore esterno, non consapevole delle complesse dinamiche transferali, può sembrare che l’atteggiamento dello psicologo e le sue risposte siano semplicemente dettate dalla “tecnica”. In realtà è una cosa accertata e riconosciuta da tutti gli approcci teorici alla clinica, che nessuno di noi è emotivamente neutrale. Al contrario, l’atteggiamento, la risposta in una relazione  è conseguenza dell’investimento emotivo profondo ed inconscio con l’altro.

La motivazione della scelta della facoltà di psicologia

Bisognerebbe interrogarsi anche sulla motivazione della scelta della facoltà di psicologia, così come qualsiasi altra scelta universitaria è dettata certamente da fattori oggettivi di interesse per la materia, ma anche influenzata dall’immagine che il futuro studente universitario ha di se stesso rispetto  alla sua storia, a quello che vorrebbe migliorare, cambiare, curare, riparare. Da ciò deriva che un certo numero di studenti di psicologia siano partiti dalla speranza che studiando il funzionamento della mente avrebbero potuto trovare la chiave per stare bene, per affrontare eventuali difficoltà e squilibri emotivi. Purtroppo tale ricerca rimane delusa, quel tipo di conoscenza non si acquisisce sui libri, ma richiede l’incontro con l’altro e quindi l’unico modo per maturarla  è la psicoterapia formativa.

Imparare a distinguere la propria esperienza da quella dell’altro

Per diventare un bravo psicologo bisogna sapere differenziare ciò che appartiene a sé rispetto alle esperienze dell’altro. Sembra una cosa quasi banale, ma in realtà è molto complessa e difficile in quanto ognuno di noi tende a leggere l’esperienza dell’altro in modo autoreferenziale. Per evitare o contenere questo rischio è necessario un lungo apprendimento, che passa proprio attraverso l’esperienza emotiva; un po’ come il percorso del bambino, che inizialmente riporta tutto a sé e solo molto lentamente e progressivamente riesce a tollerare l’esistenza di bisogni altri diversi dai propri.

Del resto l’esperienza dell’umanità sulla scoperta del moto celeste è quella di essere partiti dall’idea della terra al centro dell’Universo, fino a scoprire che l’umanità vive su un piccolo pianeta in una galassia che è solo una delle tante osservate e riconosciute. Così come è stata una scoperta il relativismo freudiano che il pensiero cosciente è solo una piccola parte, fragile e molto superficiale, di quello che è la totalità dell’esperienza emotiva, relazionale e interpretativa della realtà esterna. 

Ritornando al nostro tema, per diventare uno psicologo bravo e capace di essere utile agli altri bisogna partire dai limiti. Sono proprio i limiti che consentono di definire uno spazio psichico, limitato ma sicuro, da cui partire per incontrare l’altro. La psicoterapia formativa, quindi, diventa un punto di partenza, un pilastro su cui costruire la professione di psicologo.

Il centro di formazione Arpit e la psicoterapia formativa

La psicoterapia formativa proposta dagli psicoterapeuti senior del gruppo di lavoro della società di psicologia e psicoterapia ARPIT sas,  consiste nella  psicoterapia psicodinamica con almeno una seduta a settimana per un tempo minimo di un anno che si svolge  secondo il setting e le modalità classiche. Quello che  caratterizza questa particolare forma di psicoterapia è che il paziente è  contemporaneamente  uno studente in formazione che apprende dalla propria esperienza per utilizzarla nella professione attuale o futura.

Per informazioni chiamare al cellulare 334 338 58 35 Dott.ssa Maria Grazia Antinori o al cellulare 335 5654167 Dott.ssa Barbara Puglia o scrivere ad arpit.psicologia@gmail.com

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