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La psicoterapia psicodinamica: la difficoltà e la necessità di iniziare un percorso

La psicoterapia psicodinamica

La psicoterapia è un privilegiato punto di osservazione dipsicoterapia psicodinamica quelle che sono le difficoltà delle persone. Sempre più spesso i pazienti oltre alle loro caratteristiche e bisogni personali, si rassomigliano tra di loro per alcuni tratti comuni, come la diffusione della confusione, del senso di smarrimento e della scarsa consapevolezza di sé.

E’ come se un numero significativo di persone avessero smarrito la bussola, la direzione e quindi si aggirassero come ciechi in un’atmosfera rarefatta e fumosa. I ruoli, le differenze generazionali, i limiti della realtà, lo scorrere del tempo, sono aspetti spesso misconosciuti e negati, tutto tende a rassomiglia a tutto, le differenze annullate. Questa modalità che potrebbe sembrare una conquista positiva di libertà e di emancipazione, si rivela spesso una fonte di ansia e di paralisi creativa.

La fatica  di scegliere

Molti, posti davanti alla possibilità apparentemente infinita di scelta, non sono in grado affrontare la complessità, poiché prendere una particolare direzione, presuppone l’accettazione dei limiti e la rinuncia a qualcosa per ottenere altro. Essere messi di fronte ad un bivio, è per alcuni così difficile da sopportare, da condurli a rifugiarsi in una sorta di paralisi vitale. Molte persone si considerano malate o in difficoltà, perché credono di non poter realizzare i propri obiettivi, ma il problema può essere nella stessa definizione delle mete da raggiungere, magari troppo elevate e lontane dalla realtà che deve necessariamente tener conto delle effettive potenzialità, fase di vita e opportunità ambientali. In altri termini molti pazienti sono malati di eccesso di desiderio che li porta ad essere scontenti, rancorosi e soprattutto ciechi rispetto  alle loro effettive e realizzabili potenzialità.

Il processo personale di maturazione e di crescita, sembra diventato particolarmente difficile, soprattutto per la perdita di riferimenti culturali, sociali, familiari ed affettivi. Il sistema familiare, non sempre si poggia sulla presenza di genitori abbastanza adulti da non confondersi con i bisogni e desideri dei loro figli. I ragazzi trovano con più difficoltà maestri ed insegnanti disposti ad aiutarli a maturare un’educazione emotiva e sentimentale.

Analfabeti emotivi

Molti pazienti  appaiono come analfabeti emotivi, ossia non hanno imparato a riconoscere le proprie ed altrui emozioni, a definire uno spazio privato che consenta loro di entrare in rapporto con gli altri senza confonderli con loro stessi. Per difesa, diventano aggressivi o evitano ogni forma di contatto e di legame vissuto come pericoloso e limitante di una pseudo libertà che in realtà è l’espressione di un vuoto interiore, dove l’agire impulsivo prende il posto della parola e del pensiero.

Le frustrazioni, le difficoltà, sono sempre meno tollerate ed affrontate, la soluzione migliore sembra diventare quella di abbandonare tutto, con la falsa illusione di ricominciare. Illusione in quanto il protagonista non impara dai suoi errori che neanche osserva o riconosce, e quindi ripete incessantemente sempre lo stesso copione disfunzionale.

Gli attacchi di panico

Gli attacchi di panico, lo stato d’ansia generalizzato, sembrano sintomi quasi endemici per la loro diffusione in tutte le fasce d’età della popolazione, in un certo senso è proprio un tipo di sintomo che traduce in modo simbolico il senso di smarrimento e la perdita dei punti di riferimento. Chi soffre di attacchi di panico o di forti ansie, cerca di trovare delle pseudo certezze in particolari esterni, evitando magari certe situazioni o luoghi e sperando così di non vivere quel senso di angoscia profonda, la paura di morire che si prova in uno stato acuto di ansia.

La magia, naturalmente, fallisce e comunque il paziente è sempre alla ricerca di altri contenitori esterni. Il punto è che il problema è interiore, si tratta di pazienti che non riescono a maturare un processo evolutivo che li porti a definirsi come persone dotate di una propria individualità e quindi con delle potenzialità e dei limiti. Non è  tollerato  che il legame affettivo sia a doppio senso, ossia che  si riceva ma che si debba rispondere a delle richieste, dei rischi  e delle responsabilità. Sono pazienti che vorrebbero restare nel guscio dell’infanzia o al massimo dell’adolescenza e quindi mantenere l’illusione che tutto è possibile. Sono persone  disposte a rinunciare ad ogni sviluppo concreto pur di mantenere la possibilità dell’infinito onnipotente, anche se illusorio.

La psicoterapia psicodinamica

La psicoterapia psicodinamica è un contenitore che accoglie pienamente le necessità di questo tipo di paziente che, a prescindere dai sintomi, ha soprattutto bisogno di essere accolto e valorizzato.   Sono persone che non sanno ascoltarsi e dare valore ai propri bisogni e desideri e allo stesso tempo, come i bambini della prima infanzia, immaginano di aver diritto alla massima felicità ma nono sono  capaci di vicinanza empatica con l’altro.

Per iniziare il processo terapeutico è prima necessario costruire un linguaggio affettivo che prepari all’uso della parola emotiva, che non spaventi troppo le persone che, anche se adulte, non conoscono nulla di sé e delle proprie emozioni e soprattutto non sono capaci di forme anche elementari, di rapporto con l’altro. Le persone spesso sono spaventate dalla vicinanza che considerano pericolosa e che tendono a negare o ad aggredire. Aggrediscono con invidia la persona che può dargli quello che desiderano.

Un ambiente sicuro

In queste situazioni, al terapeuta è richiesta una grande attenzione al linguaggio inconscio, al gioco del transfert e del controtransfert che sembra essere l’unica modalità per avvicinare il paziente senza farlo fuggire. Quando un paziente così difficile, riesce a trovare il coraggio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, è molto importante che questo cerchi di trovare la strada per accoglierlo senza spaventarlo, che gli offra un contenitore sicuro ma non costrittivo, e quindi gli dia il tempo di poter accedere finalmente ad una relazione affettiva sana e significativa.

Maria Grazia Antinori Psicoterapeuta cell. 334 3385835 email antinorimariagrazia@virgilio.it www.arpit.it